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alla Messa, videro serrarsi l’uscio, come se vi fosse di dentro uno che lo spingesse, e pensarono che fosse l’Osio. Di più, in tutto quel tempo suor Virginia si lasciò vedere pochissimo, contro il suo solito; che l’altre volte stava quasi sempre per il monastero. Oltre di questo, per tutto quel tempo che si suppone che l’Osio dimorasse nel monastero, si fecer vivande oltre il solito da Ottavia, Silvia e Benedetta; e questi mangiari si portavano or nella camera dell’una, or dell’altra, dove si trovava l’Osio, perchè gli facevano mutar luogo. Mentre ch’era qui, venne una donna di fuori che raccontò a suor Dionisia portinara che avevano cercato l’Osio e non lo seppero trovare in verun luogo; ed essa Dionisia, incontrandosi con suor Ottavia, per farle paura, l’avvisò esser venuta gente alla porta che avea detto che li Superiori volevano mandare i fanti col bargello per far diligenza, e trovar l’Osio qui dentro: per le quai parole suor Ottavia diventò rossa, e corse a suor Virginia, la qual condusse dopo suor Dionisia, e le fece vedere i due camerini, e la sua camera, aprendo anche le casse, acciò esaminasse che non v’er’alcuno: ma suor Ottavia, per quanto mi fu detto da suor Giovanna, teneva la scaletta dell’organo nella sua camera, e con quella potè far andar l’Osio sullo spazzacà. Quando l’Osio stette prigione a Pavia ci pareva d’essere in Paradiso, perch’erano cessati quei romori che si sentivano innanzi, e che ricominciaron dopo ch’escì dal Castello: la qual prigionia spiacque a suor Virginia, e disse alla presenza del Cardinale, ch’essendo prigione Giampaolo Osio, si trattava del di lei onore; ed essa stessa stese un memoriale al conte di Fuentes, e ce lo fece sottoscrivere, sul qual si testificava che non ci era male alcuno.

A questo interrogatorio della Vicaria ne succedon altri d’altre monache, ne’ quali andò speso il giovedì 29 no-