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   » volendo et intendendo venire all’espedittione del processo criminale formato da quest’ufficio sopra gl’inditii dal magistrato della giurisdittione di Castelnovo trasmessici, cavati dal criminale formato da quell’ufficio contro la quondam Maria Salvatori di Nogaredo cognominata la Mercuria, in quelle forze carcerata per strega; contro:

» Dominica del q. Tomaso Camelli,

» Lucia sua figlia, moglie di Antonio Caveden,

» Dominica del q. Valentin Gratiadei,

» Isabetta del q. Gratiadè Gratiadei,

» e Polonia sua figlia, cognominate le Brentegane,

» Maddalena, moglie di Antonio Andrei, detta la Filosofa,

» e Valentina sua figlia, tutte di Villa,

» Catterina, moglie di Agostino Baroni detta la Fitola,

» e Zinevra del q. Valentin Chemol, ambedue di Castellano, streghe rettente in queste forze, e in parte absentate:

» in quello, di quello, et sopra quello che non havendo il timor di Dio avanti gli occhi, nè gli mandati della Santa Madre Chiesa, ma sedote dal spirito infernale, e come in processo; nel quale appare

» ch’esse et cadauna d’esse han negato il nostro grande Iddio, creatore del cielo e della terra, trino et uno, con haver renuntiato al sacramento del Battesimo, havendo fatta tal renuntia avanti il demonio in ispecie et forma umana, seducendosi una per l’altra a comettere tal mancamento, permettendo, per maggior damnatione delle lor anime, d’essere rebatizzate una dall’altra con nuova infusion d’acqua sopra del capo, alla presenza dell’istesso demonio, che in quell’atto sempre se ne stava, a guisa di leone, per allegrezza ruggiendo; mutandosi il suo vero nome, hauto nel fonte battesimale in altro nome comenticio, sotto il quale compiacevansi esser chiamate, e dal detto demonio essere signate in alcuna parte del corpo,