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» La vista di quelle monache che avevan tenuto mano a tirarla là dentro le era odiosa: si ricordava l’arti e i raggiri che avevano messi in opera, e le pagava con tante sgarbatezze, con tanti dispetti, ed anche con aperti rinfacciamenti: a quelle conveniva le più volte mandar giù e tacere; perchè il Principe avea ben voluto tiranneggiare la figlia quanto era necessario per ispingerla al chiostro, ma ottenuto l’intento, non avrebbe così facilmente sofferto che altri pretendesse di aver ragione contro il suo sangue, e ogni po’ di romore che avesser fatto, poteva esser cagione di fare lor perdere quella gran protezione, o cambiare per avventura il protettore in nemico. Pare che Gertrude avrebbe dovuto sentire una certa propensione per le altre suore che non avevano avuto parte in quegli intrighi, e che, senz’averla desiderata per compagna, l’amavano come tale, e pie, occupate e ilari, le mostravano col loro esempio come, anche là dentro, si potesse, non solo vivere ma starci bene: ma queste pure le eran odiose per un altro verso: la loro aria di pietà e di contentezza le riusciva come un rimprovero della sua inquietudine e della sua condotta bisbetica, e non lasciava sfuggir occasione di deriderle dietro le spalle come pinzocchere, e di morderle come ipocrite: forse sarebbe stato meno avversa ad esse se avesse saputo o indovinato che le poche palle nere trovate nel bossolo che decise della sua accettazione c’erano appunto state messe da quelle.

» Qualche consolazione le pareva talvolta di trovare nel comandare, nell’essere corteggiata in monastero, nel ricevere visite di complimento da persone di fuori, nello spuntar qualche impegno, nello spendere la sua protezione, nel sentirsi chiamar la Signora: ma quali consolazioni! Il cuore trovandosene così poco appagato avrebbe voluto di quando in quando aggiungervi e goder con esse le consolazioni della Religione: ma queste non vengono se non a chi trascura quelle altre; come il naufrago, se