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e fissi senz’ attenzione chi ci avrebbe immaginata una svogliatezza orgogliosa, chi avrebbe potuto sospettarvi il travaglio d’un pensiero nascosto, d’una preoccupazione familiare all’animo, e più forte su quello che gli oggetti circondanti. Le gote pallidissime scendevano con un contorno delicato e grazioso, ma alterato, e reso mancante da una lenta estenuazione. Le labbra, quantunque appena tinte d’un rosso sbiadito, pure spiccavano in quel pallore: i lor moti erano, come quelli degli occhi, subitanei, vivi, pieni d’espressione e di mistero. La grandezza ben formata della persona scompariva in un certo abbandono del portamento, o compariva sfigurata in certe mosse repentine irregolari e troppo risolute per una donna, non che per una monaca. Nel vestire stesso c’era qua e là qualche cosa di studiato o di negletto, che annunziava una monaca singolare: la vita er’ attillata con una certa cura secolaresca, e dalla benda usciva sur una tempia una ciocchettina di neri capelli; cosa che dimostrava o dimenticanza, o disprezzo della regola, che prescriveva di tenerli sempre corti, da quando erano stati tagliati nella ceremonia solenne del vestimento. (Promessi Sposi, Cap. IX).

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» ... Un rammarico incessante della libertà perduta, l’abborrimento dello stato presente, un vagar faticoso dietro a desideri che non sarebbero mai soddisfatti, tali erano le principali occupazioni dell’animo suo. Rimasticava quell’amaro passato, ricomponeva nella memoria tutte le circostanze per le quali si trovava lì, e disfaceva mille volte inutilmente col pensiero ciò che aveva l'atto con l’opera; accusava sè di dappocaggine, altri di tirannia e di perfidia, e si rodeva: idolatrava insieme e piangeva la sua bellezza, deplorava una gioventù destinata a struggersi in un lento martirio, e invidiava in certi momenti qualunque donna, in qualunque condizione potesse liberamente godersi nel mondo que’ doni.