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» non è vero niente; no so niente; nemmeno ne voglio fastidio; son liber come il pater noster; non so di queste baje.

Vien confrontato con Lucia, ed assistiamo ad una scarica rabbiosa di — si ch’è vera! — no, che non è vera! —

Il 10 gennajo, la Filosofa (curioso personaggio troppo presto scomparso, come vedremo) vien assunta ad esame. Da principio nega tutto, poi ne dice più che non l’è domandato. A tirarla a rinunziare al battesimo era stata la Brentegana:

» ivi era presente il diavolo trasformato in un bell’huomo che pareva un capitanio vestito a livrea di rosso, ma era nero nel mostazzo e (nel mentre che da Santo mi fu buttata l’acqua sovra la testa, e diceva le parole del disbattezzo) muggiva co fa un toro, sopiando che pareva un mantese.

Richiesta quali eran gl’ impegni contratti dalle streghe, rispose:

» si deve adorare il diavolo; quando si comunica si deve sputar fori de bocca il Santissimo, et anco si toglie per fare delle furfanterie.

Richiesta della composizione dell’ unguento con cui si ungevano per andar a’ congressi, rispose:

» si piglia dell’Eucaristia, del sangue di creaturine piccole, dell’acqua santa, del grasso di bambini morti, e, mescolando tutto insieme vi si pronuntia sopra le parole secrete della maledizione.

Richiesta come celebrassero lor congressi, conferma le deposizioni a noi già note di Domenica Gratiadei: soggiunge ch’ essa (la Filosofa) vi portò i cadaveri d’alcuni bamboli, di cui nomina i padri.

» li cavassimo di notte uno verso la porta grande, et uno dalla parte della cappella ch’ erano ancora freschi con le sue ghirlandine. In quel gioco prima se gli taglia via la