Pagina:Dandolo - La Signora di Monza e le streghe del Tirolo, 1855.djvu/232

226

Quibus habitis spectab. Judex jussit eam denudari, ut possit videre signum factum a diabolo: quæ denudata et bene visitata repertum est signum super humerum sinistrum magnitudinis unius grani lentis.

Lo che udito, il signor Giudice ordinò che la si dispogliasse, affine di poter vedere quel segno diabolico: essendo stata spogliata e visitata, quel segno fu scorto sulla spalla sinistra, ed era della grandezza d’un grano di lente.

Appiè di questa pagina (la 137.ma), leggesi:

» Sin qui mandato un sumario a Salsburg.

Le deposizioni della giovine Benvenuta avendo confermata la complicità della Brentegana di Villa, e di sua figlia Polonia, stava per essere staccato contro di esse un mandato d’arresto, quando il Bargello a noi noto fece protocollare quanto segue:

» Isepo Goriziano officiale di questa Corte espone qualmente la preggion di sotto è mal sicura, e senza chiosura: perciò protesta, che, in caso che accadesse qualche cosa a Dominica Gratiadei che in detta preggion si ritrova, essendo le altre di sopra impedite da altre persone contenute nel processo, che non gli sia attribuito a mancamento. Di più espone qualmente Isabella Gratiadei, detta la Brentegana, e Polonia sua figlia non si ritrovano in Villa, et aver inteso che si siano absentate, e siano andate a Verona.

Il 23 dicembre Benvenuta subisce un altro interrogatorio, ove son da notare unicamente, che dice essersi ricordata, che il diavolo suo drudo si chiamava Martinello; e denunzia complici dello stregamento dei buoi dello Scarambea Zenevra Chemola di Castellano e la moglie di quel che « ha una natta in faccia, nominato Agostin Fitola.

Il 24 dicembre Lucia denunzia complice Maddalena, moglie di Antonio Andrei, detta la filosofa; conferma che Santo Peterlino era, non solo stregone, ma capo degli stregoni, perciò detto il caporale: rivela le parole pronunziate