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stesso Giudice: Lucia avea dimenticata la sua metamorfosi
in gatto per mentovare le mani: richiesta che fornisse degli
schiarimenti, rispose:
» mangiassimo, tosto che fossimo rivestite; perchè, subito tornata, mi trovai vestita delle mie vesti, parendomi che uno me le gettasse addosso. Vi er’anche uno in forma di huomo, in casa della Dominica, e a me pareva che fosse Antonio Gratiadei; ma la Mercuria mi disse ch’era il diavolo; e fu anche presente quando andassimo dallo Sparamani, et avanti, detto diavolo abbracciò la Mercuria, e Dominica, ma mi no.
Questa poca galanteria del diavolo parve singolare al Giudice, che richiese Lucia se persisteva a dire di non esserne stata abbracciata mai, rispose:
» potrebbe esser venuto in forma di mio marito.
Richiesta se sia intervenuta al congresso delle streghe, rispose:
» vi son andata più volte in compagnia della Mercuria, di Dominica, qualche volta vi veniva mia madre, e Morandina di Maran, col diavolo in forma di huomo, che ci abbracciava tutte, e poi andavamo a spasso facendo festa e ballavamo; perchè il diavolo conduceva sempre seco sonadori, e ve n’era uno che cantava. La Dominica striò una creatura a Roveredo, non mi ricordo di chi; anzi la detta ha rovinato anca la moglie qui di voi signor Cancelliere...
Il manoscritto tradisce in questo punto la commozione che s’impossessò del povero Scrivano; la sua penna solitamente così sicura, ha segnato uno scarabocchio; ed è ben naturale che una crucciosa sorpresa avesse a coglierlo a quella inattesa rivelazione: ha egli ripetuto tre volte in margine la sigla del nota bene (N. B.) che serve di richiamo all’attenzione; e a piè di pagina, trattandosi di caso che riguardava direttamente il Cancelliere, il giudice Ropele appose la propria sottoscrizione.