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poi in una manina coll’ indice steso alle parole

depositio ejusdem Mercuriæ dum fuerit tormento in altum sublata sub die 3 novembris 1646.

deposizione della stessa Mercuria mentre si trovava levata in alto al tormento: a dì 3 novembre 1646.

La tortura della corda fu inflitta alla Mercuria per conseguire che alle deposizioni della settimana precedente avess’ella a soggiungerne altre. Questa sciagurata dovette essersi pensata di potersi sfogare contro quelle sue nemiche, intentando loro la tremenda accusa di stregheria, senza che n’avesse a provenire a lei medesima danno veruno: non meno stolta che malvagia, ell’andò forte errata in suoi calcoli. Dopo le righe qui sopra trascritte, e l’omissis che ci suona tortura, eccola, infatti, dichiarare:

» signor sì che tolsi fora de bocca l’ostia per darla alla Lucia acciò l’adoperasse alla destruttione della signora Marchesa madre, e della filiola, e del feto della medesima.

In data del 15 novembre altro interrogatorio: la manina e l’omissis dinotan tratti di corda; infatti la interrogata sclama:

» quattro ostie mi ho levate fora de bocca, una delle quali ho data alla Menegota, una a quella di Nogarè, e colle altre due m’insegnarono che dessipassi delle creature, come in effetto ho massato un puttin dei Raffaei di Volan ch’era già malato; et io lo guastai, e dopo otto giorni morse.

Torna l’omissis.

Richiesta se avesse vagato notturnamente per intervenire al congresso diabolico, e con chi, rispose:

» molte volte, ogni sei settimane almeno, avendo insieme anche le done de Lizana, la Morandina de Maran, e quella da Rovarè; et andavimo l’una in una casa, e l’altra in un’altra a far delle striarìe.