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A questa spezie di preambolo, ch’empie le prime due pagine, vengon appresso inseriti fogli d’altra scrittura, cioè il costituto stato tenuto dianzi in Castelnovo, e comunicato in copia al giudice di Castellano; costituto, che, come testè vedemmo, gli fornì appoggio a decretar l’arresto della Menegota e di sua figlia. Notisi che la denunziatrice si presentò al tribunale, per lei straniero, di Castelnovo, probabilissimamente per tema che il proprio giudice di Castellano non l’avesse a respingere, e far quindi cader a terra l’accusa suggeritale da ribalda passione.

Ecco pertanto nella sua integrità il prologo d’un dramma che sta per diventare vasto e formidabile.

Depositio dictæ la Mercuria facta sub curam, aliisque, etc. dum educta e carceribus fuit constituta sub die 26 octobris in Castronovo coram clarissimo Comissario.

Deposizione della così detta Mercuria ottenuta per cura, e mediante ecc. lorchè cavata di carcere venne costituita il 26 ottobre in Castelnovo alla presenza del sig. Commissario.

La prima interrogazione che il giudice fa all’accusatrice si è:

quomodo sciat ipsas esse lamias?


respondit:

Come sappia che quelle sono streghe?

rispose:

« così nol sapessi perché le mi ha fato mal a mi; e a chi no hale fato delle furbarie?

Le quai parole danno segno di nimicizia in chi parla, e inducono a sospettare il movente che la trasse al tribunale. Prosegue narrando che la vecchia le insegnò di serbar in bocca l’ostia quando si comunicava, per poi cavarnela, e valersene a far abortire la marchesa Bevilacqua, ospite del conte di Lodron feudatario del paese.

Interrogata come dovea diportarsi per riuscir nello intento, rispose:

» m’insegnò che dovessi dare mi pomo a quella creatura, e metter quell’ostia sacra in terra dove più so-