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I.


LA DENUNZIA



Tutto quanto precede sta per trovare conferma nell’estratto che prendo a fare d’un volume manoscritto di circa novecento facce, contenente, insiem cuciti, i numerosi fascicoli, o diremo, con vocabolo tecnico, la filza del

Processus criminalis pro destructione lamiarum;

parole scritte a grossi caratteri sul lurido cartone ch’è coperta al volume; e sotto questa leggenda, che occupa l’alto della pagina, fu segnata a penna, non senza qualche diligenza, una croce che posa sovra una spezie di sinistro trofeo composto d’un teschio e d’ossa incrocicchiate.

Vòlto questo cartone, il frontispizio che succede è al seguente modo: un’altra croce, parimenti segnata a penna, empie la metà superiore della pagina, e divide col suo tronco perpendicolare il nome di Christus tre volte scritto a sinistra dai verbi vincit, regnat, imperat di riscontro a destra; e appiedi — Christus ab omni malo nos defendat, procedamus in pace.

Immediatamente sotto, ad occupare il rimanente della pagina, leggesi:

Per hoc signum sanctæ Crucis Dominus Deus rex cœli et terræ, rex regum et Dominus

Per questo segno della Santa Croce; che il Signor Iddio re del cielo e della terra, re dei