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il sagro suo ministero ad un gran numero di condannati
per titolo di stregheria, andò convinto che perivan innocenti
del delitto che motivava il loro supplizio. Il libro che pubblicò è un capolavoro di buon senso. Ci piace cavarne
a sommi capi i procedimenti della inquisizione qual s’intentava agli accusati di stregheria.
La popolaresca superstizione venuta in sussidio d’invidie, di rivalità, di calunnie, risveglia dessa il primo sospetto di stregheria? tutti i malori, di cui è ricordato nella Bibbia, inflitti a popoli, a famiglie, a individui, ecco che provengono dai maliardi, e spetta al magistrato di rimediarvi. Il magistrato si commove a siffatte insinuazioni, ma non sa bene da qual parte cominciare, sendochè gli mancano le presunzioni, gl’ indizii: i romori addoppiano, e sarebbe imprudenza continuare a trascurarli: trattasi di rinvenire un pretesto qualunquesiasi per aprir l’inquisizione; conciossiachè se il magistrato locale s’indugiasse a decidersi, gli si potria facilmente mandare dal capo-luogo un inquisitore speciale, incaricato di procedere in sua vece; lo che mortifcherebbelo: d’altronde lo zelo che lo spinge ad agire è stimolato dell’importanza che sta per conseguire, non che dall’aspettazione di vantaggi onorarii e pecuniarii, che si accompagnano a simili delicate operazioni.
Ed ecco che povere femminucce, denunziate dalla voce pubblica, o diciam piuttosto da nemici, son menate prigione, impaniate in due dilemmi: o quella femmina imprigionata fu di mala vita, e le presunzioni stanno contro lei; o suoi diportamenti prestansi irreprensibili, e le streghe son di lor natura eminentemente ipocrite: l’arrestata si conturba forte? è la coscienza che la morde; sta quieta? le streghe fanno così per non destare sospetti. La vita dell’inquisita è minutamente ricerca: saria sventura che non avess’ella a presentare un qualche appiccagnolo: d’altronde non è cosa più facile del procacciarsi testimonii ad aggravio, che siano