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e società segrete costituironsi, aventi un programma di voluttà proscritte, e di convegni nefandi, sotto la presidenza, e la invocazion di Satana.

Fermiamo alcun po’ la nostr’attenzione su queste deplorabili abberrazioni dello spirito umano: i fatti ricordati dal Processo Tirolese amano d’esser rischiarati dalle seguenti avvertenze.

Nel secondo libro della nostra Storia del pensiero (il Cristianesimo nascente) spendemmo un intero capitolo a ragionar delle ossessioni. L’impero esercitato dagli uomini sugli spiriti malvagi, e viceversa, non saprebb’essere posto in dubbio. Queste manifestazioni maravigliose, ripeterem qui, dovettero andar diminuendo in numero e vigorìa, a mano a mano che il regno di Dio si diffondea: non è però menomamente da credere che Dio abbia tolta al demonio facoltà d’intervertire, anche oggi, le leggi fisiche del creato; dicasi unicamente quel sinistro potere essere stato talmente circoscritto, che per poco nol diremmo abolito.

Ciò posto, riscontrando noi, ad ogni aprir di cronaca del Seicento, mentovati processi di stregheria, siam tirati a pensare che il fondo di tutti cotali spauracchi fosser chimere create da immaginazioni traviate, frutti di monomanìe favoreggiate da grossolane passioni, e da pregiudizii nodriti appo la ignara moltitudine dai mariuoli a cui profittavano.

Perchè il diavolo apparso in sembianza di becco, le trasformazioni delle streghe in gatti, i viaggi aerei a cavallo di bastoni, e simili prestigii diabolici non furon che sogni e allucinazioni, direm che la Chiesa mal si appose anatemizzando streghe e malifizii? Converrò che talvolta mandaronsi al rogo meschini cui fora stato più spediente chiudere nello spedale de’ pazzi: ma avvertiamo, che, nove fiate su dieci, i processati non erano tanto poveri di spirito quanto ribaldi, i quai, non solamente aveano conculcato re-