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detta Catterina per alcune leggerezza, d’ordine della madre Badessa, et entrato l’Osio per la fenestra, e tutte le suddette monache, mentre queste davan parole alla Catterina, che stava coricata su d’un pagliariccio, l’Osio l’ammazzò con darle tre colpi sulla testa con un piede di legno coll’asta di ferro d’uno spanatoro: e poi, così morta, la nascosero nel pollaro del Monastero, facendo un buco nella muraglia per dare ad intendere che fosse per di là fuggita; e la notte seguente, entrato di nuovo l’Osio nel Monastero, esso e tutte le sunnominate posero il corpo morto entro un sacco, e lo portarono in casa del medesimo Osio dove lo seppellirono.

» Nel dicembre 1607, sendosi per li rispetti suddetti d’ordine di Roma trasportata detta suor Virginia in un monastero di Milano, e prendendosi informatione dagli offiziali della Corte Archiepiscopale sopra li misfatti ed enormi delitti sopradetti, temendo le dette Benedetta e Ottavia, che, scoprendosi, non fossero castigate colla pena condegna, la notte avanti la festa di sant’Andrea del suddetto anno 1607, rompendo la muraglia del giardino, coll’ajuto dell’Osio, fuggirono; ed Ottavia poco lontano da Monza fu gettata dall’Osio nel fiume Lambro, e dal medesimo ferita di quattordici ferite sulla testa, ed alcune su d’una mano, e la mattina seguente trovata viva, ma maltrattata come sopra, sulla riva di detto fiume; e suor Benedetta continuò il suo viaggio coll’Osio, il qual, la notte seguente, la gettò in un pozzo profondo trentadue braccia, asciutto, lontano da Monza sei miglia; con la qual caduta si ruppe una coscia e due coste. E dopo che fu stata in detto pozzo due giorni e due notti, fu estratta viva, ed esaminata lei, e tutte le altre sopradette monache, avendo liberamente, e senza tormenti confessati tutti li sopradetti delitti et eccessi, per li quali l’Osio è stato condannato dal Senato in pena della vita, e d’esser tenagliato, tagliata la mano dritta, con fiscatione di