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bernio dignam se esse habitam, ibique in probro ac dedecore domicilii illius expectaturam probrosæ etiam vitæ finem, ac posse id inter piacula referri. Et piaculo tamquam alio magnopere lætata in luctu est, quod, primo statim ingressu, collocabatur in parte monasterii deserta semper alias, ob tædia odoris, qui illuc alicunde manabat; neque ut in conclavia comodiora transiret perpelli postea potuit. In silentio pariter et fuga lucis alloquiive cujuslibet ad extremum usque perstabat, nisi ob arcana nonnulla pectoris sui, et quasdam objectus animo religiones, scrupolosque Cardinalem ipsum alloqui flangratissime cuperet.

Namque, sicut antea dictum est, statim ubi liberatus caligine animus cernere potuit ex quanta rerum fæditate emersisset, senserat simul cujus beneficio potissimum, et opera ea sibi contigisset salus; versaque in venerationem ac pietatem rabie, in parentis eum loco tacito secum ipsa sensu ducebat: virtutis et sapientiæ magnitudine eumdem supra mortale fastigium esse arbitrabatur. Cum pergeret ambitiosis precibus efflagitare a Præfecta sodalitii, sodalibusque univerisis ne se voti irritam extingui ac decedere paterentur, monebat hoc ipso quod ruperat ea tantummodo voce silentium; alioqui in luctus et meditationum suarum altitudinem con-

sua vergognosa vita starle bene spendere i giorni ad espiazione, quanti glien rimanessero. E a titolo d’espiazione molto si allegrò, in mezzo al lutto, vedendosi sul primo giungere, collocata in un angolo del chiostro sin allora inabilato, a cagion d’uno intollerabil fetore, che, da non so qual parte, vi si effondeva; ned in più abitabile cella fu possibile poscia trasferirla. Nemica ugualmente de’colloquii, e della luce, non sapeva indursi a veder chichessia, ed aprir bocca, altro che per confidare certi arcani della sua anima, certi scrupoli della sua coscienza, e palesare desiderio vivacissimo di confubulare col Cardinale.

Conciossiachè, come fu per addietro avvertito, non sì tosto l’anima di lei andò sciolta dalle tenebre, e potè considerare da quale immondezzajo era uscita, sentì e comprese per opera di chi fosse stata salvata; onde, volta in venerazione e tenerezza la rabbia, al suo benefattore diè nome e posto di padre nella più intima parte del cuore, per grandezza di virtù ed altezza di senno lui sovra ogni altro mortale collocando. Ed insisteva con supplicazioni rinfervorate appo la Superiora, e le Suore tutte che non la lasciasser morire senza che avesse prima appagato quel voto; ben dar ella segno con quel suo parlar