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vicit denique ut sequerentur; et abiere.



Amnis nomine Lamber, ex vetere Eupili fluens, non parva mole vehit undas, partemque itineris sui per arrecta per plana emensus, ubi mœnia municipii subit, intrat; summaque fluminis violentia et altitudo illic, post eum quem narrabo casum, in publica admiratione notata est. In ripa fluminis ejus ibant profugæ a sacris monasterii claustris in sacro velamine mulieres, raptorque, et ductor, et violator, et mox futurus eorum carnifex, latro armatus; agmen horribile miserabile, turpe, nocturnum, et simili nocti, immo cujus incessum atque conspectum nox ipsa abominaretur.

Dum ita irent ob admissa pariter, et admittenda scelera anhelantes, ibat simul una cum ipsis in vicino celeste miraculum, traducendo fœminas ab limine mortis et orci faucibus, ignominiaque et dedecore ultimo, ad vitæ simul et pænitentiæ spatia, gloriæque, et salutis. Raptor, et violator, et ductor ille infidus, stricto repente pugione, repetitis ictibus confodit earum alteram, exanimemque ratus, dejicit in flumen: cum superstite altera pergit ire qua provisas latebras et tuta amplexibus domicilia referta deliciis stare aiebat: re vera secretoque et insano provisu ducebat illuc ubi

minacciando sgozzarle di propria mano, riuscì finalmente a vincerle, e le trasse con sè.

Fiume che ha nome Lambro, sboccato dall’antico Eupili, non povero d’acque, già traversate colline e pianure, tocche le mura del Borgo, vi entra: la violenza e profondità della corrente dal caso che ora sono per raccontare furono rese quivi meglio avvertite. Lungo la sponda cinte de’sagri veli procedevano le fuggiasche dal chiostro, e con esse l’armato ladrone, stato alle infelici violatore, rapitore, per diventar loro entro pochi istanti, carnefice; drappello orribile, miserabile, turpe, notturno, degno d’avvolgersi nelle tenebre, ma tale che le tenebre stesse lo avrebber abbominato.

Mentre s’innoltravan, così, tutti ansanti pe’ commessi, e pegl’ideati misfatti, li guardava, e accompagnava la divina Misericordia, che aveva decretato ritrarre quelle femmine dalla imminente morte, dalla suprema ignominia a vita, a pentimento, a salvezza, a gloria. L’insidioso rapitore data mano d’improvviso al pugnale, con ripetuti colpi ne ferisce una, che crede mortalmente traffitta, e getta nel fiume: si avanza coll’altra, a cui ragiona di nascondigli in pronto a ricettarla, forniti d’ogni delizia, sicuro nido d’amore; ma, infatti, con interiore fiera determinazione