Pagina:Dandolo - La Signora di Monza e le streghe del Tirolo, 1855.djvu/131


127

ordine excell. senatus præcipiendo mandamus;

Johanni Paulo Osio,

Camillo appellato Il Rosso ejus servo

Nicolao Pessina, et

Aloysio Panzulio fil. Josephi; quatenus termino octo dierum proxime futurorum post præsentis intimationem, personaliter coram nobis compareant in officio egregii d. Capitanci justitiæ Mediolani sito in Curia regia; ad nostris standum et parendum mandatis, et ad subjiciendum sese examinibus de eis faciendis, occasione scilicet a dictis Joh. Paulo Osio, Nic. Pessina, et Camillo homicidii animo deliberato noctis tempore, ictu sclopis commissi, de mens. octobris proxime preterito in personam Rainerii Roncini aromatarii, dum in ejus apotheca in oppido Modoetiæ extaret: necnon et ipse Osius, Pessina, et Camillus ac Aloysius Panzulius occasione imposturæ per eos, una cum aliis quorum nomina pro nunc dignis respectibus subtacentur, justitiæ factæ ad effectum ut ipsi Osius, Pessina, et Camillus impuniti evaderent causa dicti homicidii, et culpam de eo transferrent in reverendum præsbyterum Paulum Arrigonem ecclesiæ s. Maurilii dicti oppidi;

item dictus Osius occasione abductionis, fracto pariete monasterii monialium sanctæ Margaritæ dicti oppidi, factæ, men-

per ordine dell’eccellentissimo Senato, ordiniamo, e comandiamo a

Giovanni Paolo Osio,

Cammillo detto il Rosso suo servo,

Niccolò Pessina, e

Luigi Panzuglio di Gius.; affinchè, nel termine di otto giorni, a contar dalla intimazione della presente, abbian a comparire in persona dinanzi a noi, nell’officio dell’egregio signor Capitano di giustizia, situato nella regia Curia, in esecuzione ed obbedienza dei nostri mandati, e per essere sottoposti agli esami occorrenti; cioè i detti Osio, Pessina, e Camillo per titolo d’omicidio con animo deliberato di nottetempo ed a colpo d’archibugio, commesso nel mese di ottobre prossimo passato sulla persona di Reineri Roncini, droghiere, mentre se ne stava nella sua bottega nel borgo di Monza; e gli stessi Osio, Pessina, Camillo e Luigi Panzuglio per titolo di calunnia da essi, di complicità con altri, di cui, per degni rispetti taccionsi per ora i nomi, introdotta dinanzi la giustizia, all’uopo che i detti uscissero impuniti dal processo di detto omicidio, e ne fosse tenuto reo il reverendo sacerdote Paolo Arrigone della chiesa di s. Maurilio;


poi il detto Osio per titolo di abduzione, con rottura del muro, dal monastero di santa Margherita del detto Borgo,