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ipsa sor. C. C. et aliis complic. consentaneis et auvilium dantibus:

insuper quod d. C. C. amorem ducendo cum presb. Paulo Arrigono curato in opp. Mod., quinque annis elapsis ipsi presb. plures litteras amatorias scripserit, consimiles ab eo acceperit, et, quod pejus ac detestabilius...

(Vide in sententia Pauli Arrigoni);

visis processibus ante scriptis, etc.

Christi nomine repetito

Dicimus, decernimus etc. etc. et ideo condemnamus dict. sor. C. Columbam in pœnam et respective pœnitentiam carceris perpetui in mon s. Marg.; videlicet, quod ibidintus d. mon. in parvo carcere, et intus illum ponatur ac recludatur, et muro lapidib. et calce structo ostium, sive porta d. carceris obturetur, et ac pœnitus in totum claudatur.




Ita sententiari

Mamurius Lancillottus
Vic. Crim. Arch.


1609 die XXVI mensis julii.


tociò colla cooperazione di suor Candida, e delle altre complici;

oltrecchè suor Candida, intavolata una tresca inonesta con prete Paolo Arrigone, curato nel borgo di Monza, e ciò sin da cinque anni addietro, gli scrisse e ne ricevette più e più lettere amorose, e ciò ch’è peggio...


(Vedasi la sentenza dell'Arrigone);

veduti i processi antescritti, etc.

ripetuto il nome di Cristo;

diciamo, comandiamo, etc. e condanniamo suor Candida Colomba per gastigo, e rispettivamente per penitenza, a perpetua prigionia nel monastero di santa Margherita; cioè che quivi in piccolo carcere venga chiusa etc.

(Seguono le prescrizioni medesime che abbiam già riscontrate nella sentenza di suor Virginia, come pure le clausole della confisca, e la dichiarata incapacità a qualsiasi impiego etc.)

Questa è la mia sentenza.

Io Mamurio Lancillotto
Vic. Crim.


Questo giorno ventesimosesto di luglio 1609.


XI.

Sentenza di suor Benedetta Omati.


Comincia col formolario già notato nella sentenza precedente, salvo il nome della condannata mutato (che qui