Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
113 |
ligneo partim, et partim ferreo, vulgo piede di bicocca, in ipso Monasterio occiderit, cadaver e Monasterio extraxerit, et in propria domo sepeliverit;
tertio: quod, tandem, ipse Jo. P. Osius verens ne soror Octavia Riccia, et soror Benedicta Homata, ambo moniales professæ in d. Monasterio, tam de comercio quam de homicidio prædictis consciæ, examinatæ a Superioribus antecedentia omnia propalarent, eas ambas noctu, frangendo murum viridarii monasteri præd., e monasterio extraxerit, ut eas interficeret, et Octaviam in flumen Lambrum projicerit, ac sclopo pluribus percussionibus in capite afficerit, quarum causa postea decessit; et Benedictam precipitaverit in altissimum puteum, quæ, licet in ipso puteo per duos dies permanserit, haberetque duas costas et femur fractos, tamen viva, Deo favente, extracta fuit, et adhuc vivit, sed debilitata et manca; unde dictus Jo. P. Osius in pœnam capitalem ab excellentissimo Senatu Mediolanensi condemnatus fuit, ac ejus domus a fundamentis eruta;
4.° principaliter, quod d. presb. Paulus eamd. sororem Virginiam Mariam Leva tum litteris, et carminibus ad eam datis, cum et sermonibus viva voce cum ea factis ac-
gno e parte di ferro, volgarmente detto piede di bicocca
l’accoppò dentro nel Monastero, indi n’estrasse il cadavere, e nella propria casa lo seppellì;
in terzo luogo, che lo stesso
Osio, per timore che suor
Ottavia Ricci, e suor Benedetta Omati, ambo monache
professe nel detto Monastero,
consapevoli così della tresca,
come dell’omicidio, non avessero a farsene denunziatrici,
ambo le cavò dal Monastero,
notturnamente rotto il muro che ne cinge l’orto; e, coll’intendimento di ammazzarle, Ottavia gettò nel fiume
Lambro, dopo d’averla ripetutamente percossa nella testa col calcio dell’archibugio,
per le quai ferite indi a poco
trapassò; e Benedetta precipitò in profondo pozzo, la
qual vi rimase due giorni, e,
nonostante che avesse franti
il femore e due coste, viva,
per favore divino, ne fu estratta, e tuttora vive, comechè sfinita; ondechè il detto
Osio fu dannato dall’eccellentissimo Senato, nella testa, e ad aver atterrata la casa;
4.° che il detto Arrigone,
per conto proprio, richiese
suor Virginia d’amorosa corrispondenza, inviandole lettere
e versi, provocandola con discorsi al parlatorio, e tentando