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76 iv. i greci


“... in tutte quelle culture ed epoche in cui si è adoperata una stessa parola per indicare il discorso fatto di parole e il calcolo con i numeri. Così era in greco antico, dove logos significava a un tempo ‘calcolo’ e ‘discorso’. Così è in molti dialetti italiani in cui contare vuole dire ‘raccontare’ e ‘numerare’. Così era in italiano antico, in cui noverare valeva ‘contare, numerare’ e ‘raccontare’... Un buon esempio è proprio la famiglia di parole a cui apparteneva in latino ratio, che voleva dire sia ‘misura, conto’, sia anche ‘stima’ e ‘ragione’. Da ratio sono nati i vocaboli italiani ragione, ragionare, che alludono di volta in volta al pensare, al discorrere e al calcolare. (Di qui... hanno origine i vocaboli ragioniere e ragioneria)” (10a).

Torniamo ai Greci. L’uso di un alfabeto di 27 lettere lascia supporre che l’adozione del sistema numerale ionico o alfabetico possa risalire all’VIII sec. Infatti, nel periodo classico (V e IV sec.) l’alfabeto si è ridotto a 24 lettere, con la perdita di vau o digamma, di coppa e di sampi. I segni alfabetici, quando indicano valori numerici, sono sormontati da un trattino. All’inizio si usano solo le maiuscole; le minuscole vengono introdotte in epoca tarda.