Pagina:Dalle dita al calcolatore.djvu/78

56 iii. egitto: sulle rocce e sui papiri

(l’Alto Egitto e il Basso Egitto) per opera di Narmer. L’evento è celebrato in una paletta di ardesia detta, appunto, di Narmer. Le successive campagne militari per ampliare il regno e per rendere sicure le vie di approvvigionamento delle materie prime pongono le basi per le splendide realizzazioni del Regno Antico, quello che vede la costruzione delle tre grandi piramidi a Giza (Cheope, Chefren e Micerino), e di altre più piccole, ridotte ora a cumuli di rovine. In questo periodo vengono raggiunti i traguardi più ambiziosi in ogni campo.


2. La scrittura

La lingua degli Egizi è affine alle lingue semitiche (ebraico, arabo). La scrittura, sotto forma di geroglifici, appare standardizzata fin dai tempi della 1ª dinastia (3000 a.C.). È quindi contemporanea o di poco posteriore ai più antichi reperti di scrittura mesopotamica. Forse l’idea di scrittura ha avuto un’origine comune in seguito agli scambi commerciali già intensi; va riconosciuto però che quella egizia si è evoluta in modo autonomo.

La scrittura geroglifica, secondo rimpaginazione, può essere letta in senso verticale dall’alto in basso, oppure orizzontalmente. In questo caso, la direzione è bustrofedica (“che gira come il bue che ara”): se una riga procede da sinistra a destra, la successiva va letta da destra a sinistra. Il lato dal quale iniziare la lettura si individua osservando in quale direzione guardano le figure di persone o di animali impiegate nella scrittura: se lo sguardo è rivolto verso destra, si legge da destra verso sinistra.

L’uso dei geroglifici (“incisioni sacre”) a scopo celebrativo, su un supporto rigido, fa sì che le forme rimangano pressoché identiche nel corso dei secoli. Tuttavia, parallelamente al geroglifico viene elaborata