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III. EGITTO: SULLE ROCCE E SUI PAPIRI






1. Il paese

Sa di retorica definire, con Erodoto, l’Egitto come “il dono del Nilo”. In effetti, il Nilo e la striscia di terra fertile ai suoi lati, con la popolazione che ci vive, sono quasi attanagliati dal deserto, a est e ad ovest. La piovosità è minima. La sopravvivenza del paese è legata al Nilo.

Grazie all’irrigazione, ai due lati del Nilo si è formata una fascia di terreno coltivato ampia in media 30 chilometri, ma variabile dai 10 chilometri dei punti critici fino ai 200 della zona del delta. Un sistema di irrigazione di tale ampiezza non solo presuppone una notevole abilità ingegneristica, ma anche una direzione del paese unitaria e accentrata, capace di dare al problema una soluzione globale e di gestire le ingenti risorse economiche occorrenti. L’esperienza acquisita nelle opere di ingegneria idraulica consente agli Egizi di progettare e realizzare, in epoche diverse, un canale che collega il Nilo al Mar Rosso passando per i Laghi Amari, per facilitare i commerci marittimi con l’Etiopia e con il Medio Oriente. Il completamento del canale viene ordinato da Dario, re dei Persiani, che sottomette l’Egitto nel 525 a.C.

Già nel 3100 si realizza l’unificazione dei due regni