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5. quali obiettivi? 267

dannose. L’unica forza che può opporsi al danno nell’interesse generale è un gruppo di pressione che, utilizzando gli stessi sofisticati strumenti di conoscenza e di comunicazione, sappia promuovere una campagna per ottenere il rispetto dell’ambiente.

Questo gruppo dovrà avvalersi, con altrettanta o forse maggiore intelligenza creativa, degli stessi mezzi di informazione. Sarà utile stabilire alleanze (per tornare al nostro esempio) con i costruttori di ferrovie, con i proprietari dei terreni da espropriare e così via, ma soprattutto sarà necessario che il più alto numero possibile di persone capisca che sta subendo un furto, e solo l’accesso alle fonti delle conoscenze e delle informazioni può consentire lo sviluppo di tale capacità di comprensione.

In sostanza, bisogna ricordare che le macchine servono quelli che ne sanno utilizzare le potenzialità: è chiaro che le ha costruite e pensate il potere, è anche chiaro che, fino ad ora, le ha utilizzate sempre il potere, ma non è detto che sia sempre solo così; inoltre, il potere non è una struttura monolitica perfettamente oliata e accentrata. Nelle nostre società ne esistono parti, più o meno grandi, in ogni gruppo, e queste parti possono essere usate più o meno bene, in varie direzioni, o non essere usate del tutto.

La questione ha ovviamente uno spessore etico e politico, ma anche, una valenza culturale. In fin dei conti, noi non ci troviamo in una situazione molto diversa da quella in cui si trovarono i Sumeri: l’arricchimento tecnico, progressivo e inarrestabile (fino a che punto?), ci pone di fronte al bisogno di fondare una nuova cultura che faccia tesoro delle strutture logiche messe a punto in questi anni di ricerca e predisponga già un apposito spazio per le future acquisizioni.

Un esempio di cosa sia possibile fare, lavorando con un approccio valido, è dato dallo studio e dal dibattito sul cosiddetto “inverno nucleare”.

La capacità di calcolo di alcuni elaboratori, nemme-