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230 XIII. I CALCOLATORI

mente, si è passati dai centottanta metri quadrati di “ENIAC” a pochi decimetri quadrati, raggiungendo una riduzione valutabile intorno ai cinque ordini di grandezza.

Per la potenza, se ci limitiamo alla velocità di calcolo, l’incremento è “solo” di tre o quattro ordini di grandezza, a seconda delle macchine, ma l’incremento reale è molto maggiore per la migliorata possibilità di colloquio tra utente e computer, per la superiore complessità delle macchine e per la grande facilità di accesso ai dati necessari alle elaborazioni.

I fantastici miglioramenti ottenuti sono legati al fatto che in questo settore è stata investita, in ricercabase e applicativa, una quantità di capitali che non ha paragoni nella storia dell’umanità intera.

Infatti, l’enorme vastità di applicazioni di queste macchine ha fatto sì che sostanziose quote degli investimenti destinati, per esempio, alla conquista dello spazio o alla ricerca nucleare o ad altri settori ancora fossero in pratica rivolte alla produzione di calcolatori e programmi sempre più perfezionati. Il fatto che tale tecnologia fosse già in fase di avanzata espansione, ha funto poi da agente catalizzatore di tutti gli sforzi ed energie disponibili.

Oggi, la tecnologia digitale di elaborazione sequenziale ha invaso anche campi nei quali si erano affermate impostazioni differenti, come il settore della riproduzione musicale, della misurazione, ecc., fino a pochi anni fa appannaggio esclusivo di una tecnologia analogica.

Bisogna comunque ricordare che il prevalere di un certo orientamento cognitivo e organizzativo presenta anche dei limiti, oltre ad innegabili vantaggi: viene cioè inibito lo sviluppo di altri approcci ugualmente possibili.

In senso più ampio, il tutto si potrebbe configurare come una perdita globale di potenzialità, più consistente dell’effettivo guadagno ottenuto. Tutta-