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13. L’OTTOCENTO: IL BOOM DELLE CALCOLATRICI 211

13. L’Ottocento: il boom delle calcolatrici

Nell’Ottocento prosegue lo sviluppo delle macchine calcolatrici e, tra i numerosi modelli, compare l’“aritmometro” del francese Charles Xavier Thomas de Colmar, che fu la prima macchina calcolatrice prodotta in serie, a partire dal 1820.

Tutte queste macchine hanno come fonte di energia l’operatore umano, che le muove utilizzando manovelle, pigiando tasti, ecc., fornendo così agli ingranaggi la spinta necessaria a compiere il loro lavoro.

Altra “macchina” che subisce un’evoluzione interessante è il regolo logaritmico. Esso era comparso nel Seicento, ma solo nel 1850 la ditta francese Tavernier-Gravet vi aggiunge per la prima volta il cursore, un rettangolo di vetro mobile recante incise alcune righe verticali, che facilitavano molto il passaggio da una scala all’altra nell’operazione di lettura dei risultati. Tale miglioramento rende il regolo molto più preciso e affidabile.

L’apparecchio sfruttava le possibilità concettuali offerte dai logaritmi. Tutta l’attività richiesta, infatti, si riduceva alla semplice somma o sottrazione delle lunghezze di due “asticelle”, sulle quali era riportata una scala logaritmica.

Il regolo si è dimostrato tanto efficace ed economico da imporsi come mezzo ideale per i calcoli approssimati, sopravvivendo fino a pochi decenni fa e diventando addirittura il simbolo stesso della professione ingegneristica.

Per scherzo si raccontava che qualche ingegnere avesse detto, dopo una rapida consultazione del regolo, che due per due faceva “circa” quattro. In tal modo si satireggiava innanzitutto l’abitudine di ricorrere alla macchina per eseguire operazioni anche semplici, e in secondo luogo si metteva in ridicolo una delle principali caratteristiche dello strumento: siccome il calcolo prevede la conversione logaritmica della gran-