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192 | XII. DAI PALLOTTOLIERI ALLE CALCOLATRICI |
- i sostenitori dell’attività di calcolo mediante l’abaco e “algebristi” - i sostenitori dell’uso della notazione “araba” e del calcolo con i nuovi algoritmi.
Lentamente i metodi degli “algebristi” si affermarono, e la comparsa di altre e più perfezionate macchine da calcolo rese la questione superata di fatto. Comunque, continuava ancora ad esistere alla fine del Settecento una notevole quantità di persone, in specie nei mercati dei paesi e nelle realtà periferiche, che utilizzavano l’abaco per i loro calcoli.
La questione fu risolta in modo definitivo dall’intervento autoritario di Napoleone, che vietò in tutta Europa l’insegnamento delle tecniche di calcolo mediante l’abaco, facendo così sparire dal nostro bagaglio culturale questo strumento che invece sopravvive altrove (in Russia sotto il nome di Scoty, in Giappone come Soroban, in Cina come Suan Pan, ecc.).
Il pallottoliere è senza dubbio uno strumento di calcolo molto valido, con caratteristiche eccezionali di economicità, di assenza di consumo energetico, di affidabilità meccanica e aritmetica, di semplicità, sia nella costruzione che nella manutenzione, e di facilità d’uso: ciò spiega la sua straordinaria diffusione e la sua longevità. Si può parlare anzi di macchina quasi perfetta, paragonabile, nel campo dei mezzi di trasporto, alla bicicletta, se si pensa che esso è sopravvissuto per migliaia di anni e ha fatto fronte a esigenze tanto diverse, come quelle delle popolazioni etrusche e quelle dell’Europa del Seicento, o addirittura quelle del Giappone degli anni cinquanta o della Russia della stessa epoca.
Solo ora, sotto l’attacco delle calcolatrici elettroniche tascabili, il pallottoliere sta sparendo, come strumento operativo, praticamente dappertutto.
Con esso sparisce un’impostazione che vedeva lo strumento matematico supportare e non sostituire l’attività umana, mentre le macchine attuali, invece, sono basate appunto su una logica di sostituzione. Il