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164 | x. fuori dalla corrente |
Con un’amministrazione centralizzata molto efficiente e con un esercito molto addestrato, gli Incas sottomettono tutti i popoli dall’Ecuador al Cile, e ne avviano l’unificazione imponendo come lingua ufficiale il quechua. La famiglia reale, al suo interno, usa invece una lingua diversa, forse quella della terra d’origine. La vita della popolazione è organizzata in modo che si produca il più possibile nel modo più efficiente. I prodotti agricoli, quelli artigianali e ogni altro genere di oggetti affluiscono ai magazzini dello stato, dai quali vengono prelevati e distribuiti secondo le necessità.
La rete stradale dell’impero è estremamente curata ed efficiente. Scrive Las Casas: “Tutti i nostri che le videro nella loro prosperità ed efficienza non cessano mai di raccontare meraviglie della loro bellezza, arte, grandezza, larghezza, disposizione e manutenzione” (17a). Lungo le strade, ad ogni lega, vi è una stazione di posta. Benché i corrieri viaggino a piedi, ogni messaggio giunge a destinazione in pochi giorni: da Cuzco a Quito occorrono solo 3 giorni. Ad ogni stazione, i corrieri si danno il cambio e per testimoniare l’autenticità del messaggio si passano un bastoncino munito di segni speciali. Di straordinario c’è che il messaggio viaggia per via orale, ed è affidato alla memoria dei corrieri. Infatti gli Incas non conoscono la scrittura. Inventano perciò diversi sistemi mnemotecnici. Sono state trovate strisce di stoffa recanti pitture con segni convenzionali: si pensa che servissero per ricordare formule religiose. Il sistema mnemotecnico più conosciuto si basa sul quipu. Esso è formato da un gruppo di cordicelle colorate sulle quali vengono praticati dei nodi secondo regole precise. Certamente i quipu vengono utilizzati per la contabilità; alcuni, molto complessi, servono per tramandare il ricordo di avvenimenti importanti, e forse anche le leggi. Secondo la testimonianza di Tylor, verso la fine dell’Ottocento, alcuni indios che vivono nel Perù meridionale conser-