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2. i maya 157

meridionale, dove si formano le culture degli Olmechi e dei Totonachi, a ridosso del golfo, e quella degli Zapotechi, sul versante rivolto verso l’Oceano Pacifico. Su due reperti della prima cultura (una stele e una statuina di giada) è annotato l’anno di realizzazione: rispettivamente, il 31 a.C. e il 162 d.C.; se ne deduce che l’invenzione della scrittura e del calendario è attribuibile a questo popolo.

Il monumento più interessante dei Totonachi è la piramide di El-Tajin (II-III secolo), alta 25 metri, che presenta tutt’intorno 365 nicchie, una per ogni giorno dell’anno. A Monte Alban (cultura zapoteca), nell’area riservata ai templi compare lo Sferisterio, che è un campo rettangolare molto allungato riservato al sacro gioco della palla.

Intanto, nell’area dello Yucatàn, del Belize e del Guatemala, fra il V secolo a.C. e il III d.C. si afferma la civiltà dei Maya. Il primo documento datato è la stele di Tikal, che risale al 292 d.C. Il periodo di massimo splendore è però quello che va dal III al X secolo d.C. Dal 900 circa, la cultura maya declina in seguito ai profondi contrasti fra la popolazione e la casta sacerdotale. Molte città e vari centri religiosi sono abbandonati. I Toltechi approfittano di questa situazione di debolezza per conquistare le varie città-stato. Realizzatasi la fusione fra le due etnie, la civiltà maya torna a fiorire. I conquistadores spagnoli completano l’occupazione del territorio maya soltanto nel 1697, sebbene la civiltà e l’organizzazione sociale siano in declino ormai da decenni. Di questo popolo sono giunti fino a noi i complessi monumentali dei templi e delle loro pertinenze. Non esistono veri e propri agglomerati urbani. La popolazione vive sparsa nelle campagne: pare che abbia messo a punto alcune tecniche di coltivazione molto sofisticate e redditizie.

Le notizie sui Maya provengono da più fonti: a) le relazioni dei religiosi e dei governatori; b) i manoscritti redatti dopo la conquista da studiosi indigeni nella