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6. matematici arabi e dell'asia centrale | 143 |
arabe, ma nello stesso tempo ritarda di qualche secolo l’adozione sistematica della matematica araba. Forse di più non è possibile fare, nemmeno per un papa, in tempi in cui è molto facile finire arrosto per eresia o per collusione col diavolo. I mercanti italiani che operano nel mondo arabo certamente conoscono le nuove cifre e le usano nel segreto della propria corporazione, così come le altre corporazioni coprono col segreto le proprie tecniche. In qualche paese le cifre arabe sono addirittura proibite per diversi secoli.
A proposito dello zero, rimane da dire che gli Arabi, adottandolo, traducono la parola Sunya (“vuoto”) con la parola araba avente lo stesso significato: sifr. Leonardo Pisano invece la traduce con zephirum (“vento”). La parola sifr diventa “cifra” e, avendo perduto progressivamente il significato originario, attualmente viene usata per indicare la forma grafica, il segno specifico di ciascun numero da 0 a 9: così diciamo che il numero 106 è formato da tre “cifre”. Zephirum diventa zefiro, zevero e infine zero.
6. Matematici arabi e dell’Asia centrale
Carl Boyer divide la matematica araba in quattro filoni:
1) aritmetica, forse ricevuta dagli Indiani, basata sul principio di posizione;
2) algebra, che dà una forma nuova e sistematica alle elaborazioni babilonesi, greche e indiane;
3) trigonometria, di origine greca, rivista secondo i metodi indiani e con sviluppi arabi;
4) geometria, di origine greca, con importanti sviluppi dovuti agli Arabi.
La matematica araba fiorisce rapidamente in seguito al frenetico lavoro di traduzione di testi indiani e greci. Comunque, il vecchio sistema di notazione letterale continua ad essere usato per parecchio tempo prima di