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XIV | attenzione! e fu il numero |
il numero di stati di attenzione combinati, b) per l’ordine d’ingresso degli stati, da combinare o già combinati, nella composizione, e c) per il modulo di combinazione, in serie, parallelo, misto.
Quale esempio che cominci ad illuminare la nostra storia dei numeri, mostrando come i costrutti mentali siano adoperati sia isolatamente, sia applicati all’operato di altri organi, prendiamo il “singolare”, “plurale”, “collettivo”. Isolati essi sono designati così, e applicati troviamo rispettivamente, per esempio, “foglia”, “fogli-e” e “fogli-ame”.
Quando e come può essere accaduto?
Se l’attenzione applicata a se stessa produce la “cosa”, quando questa applicazione viene preceduta da uno stato di attenzione vuoto, si ha la situazione per esempio di chi entra per la prima volta in una stanza al buio e vi cerca un muro, l’interruttore della luce, ecc. Affida l’attenzione vuota al braccio, alla mano tesi in avanti, alle gambe che si spostano e ci spostano cautamente. Finché l’aria molle e fendibile non sia sostituita da qualcosa di duro, di resistente. La dipendenza si deve essere instaurata chissà quanti milioni di anni fa, ed è stata provvidenziale per la nostra sopravvivenza. L’attenzione, da sospesa, S, si fa applicata, S + S, in una successione che vede dunque S + (S + S). Si è costituito l’“oggetto”, che, come dice la parola ob-iectus, Gegen-stand, viene incontrato ci viene incontro, ecc. “Oggetto” che qui, naturalmente, nasce applicato a qualcosa di fisico, ma che di per sé, in quella combinazione di stati d’attenzione, non ha nulla di fisico e nemmeno di psichico, ma è soltanto mentale, ed è disponibile per qualsiasi applicazione, come avviene se l’“oggetto” è quello di un interesse, di una disciplina, e simili.
E se alla “cosa” che è preceduta dallo stato di attenzione puro venisse fatto seguire un altro stato di attenzione puro, cioè S + (S + S) + S? La cosa si troverebbe “isolata”, “separata”, “incorniciata”, “distin-