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silvio ceccato | XIII |
se l’attenzione non è diretta in quel posto. Questo, benché anche prima le papille gustative funzionassero benissimo. Sistema nervoso centrale e periferico erano sconnessi.
Siamo nella situazione del disco sul grammofono. Può essere perfetto e ruotante, ma non si ha il suono finché sul disco non sia poggiata la puntina.
Con l’intervento dell’attenzione ciò che era descritto in termini fisici si fa mentale, possibile contenuto di un pensiero, direttamente connesso con i muscoli della parola e della mano per il segno grafico e con la percezione acustica od ottica per la parola.
Si sarà notato come l’intervento dell’attenzione, se rende presente mentalmente il funzionamento di altri organi, così lo cancella, vi dà cioè un inizio e una fine, con durate medie di mezzo secondo. Superare il secondo e mezzo, i due secondi, come ridurlo al di sotto del decimo di secondo, porta alterazioni spiacevoli in altre zone del corpo.
Il sistema attenzionale però svolge anche un’altra funzione, ad opera esclusiva del sistema nervoso centrale, combinando fra loro stati di attenzione, S, con risultati che possono venir adoperati sia da soli, sia unitamente ad altri risultati, nei pensieri o quali singoli contenuti del pensiero.
Per far assumere il singolo stato d’attenzione, basta la parola “Attento!”, un’attenzione vuota, sospesa, che fra l’altro sgombra di ogni contenuto una mente “occupata”.
Che cosa accade se a quel primo stato di attenzione se ne fa succedere un secondo, S + S? Dipende dal modulo di combinazione (in particolare, tre). Niente, con la semplice successione, ma se il primo stato è mantenuto assieme al secondo, come in circuiti in serie, l’attenzione si applica su se stessa, e ne risulta ciò che chiamiamo “cosa”; e se il secondo viene ricondotto sul primo abbiamo la “coscienza”.
Le combinazioni procedono, diverse fra loro, a) per