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126 vii. gli indiani

di Ajanta occupano l’intero fianco di una montagna; ad Ellora vi sono 34 “grotte”. Queste e quelle sono realizzate fra il V e l’VIII secolo.

Lo studio della medicina e dell’astronomia riceve grande impulso fin dal tempo dei regni greco-battriani; ma l’interesse per le proprietà medicamentose delle erbe è attestato già intorno al 1000 a.C.; la più antica opera di medicina pervenutaci risale solo al II sec. a.C. Anche l’astronomia ha origini molto antiche. Vige un calendario basato sui cicli lunari, con mesi di 30 giorni. Per ristabilire la concordanza con l’anno solare, ogni 30 mesi viene aggiunto un mese “bisestile”. I contatti con il mondo occidentale inducono gli Indiani ad adottare il calendario solare, la settimana e lo zodiaco.

Nel 711 d.C. iniziano le devastanti incursioni degli Arabi.


8. La numerazione indiana

Dopo i segni numerali degli editti di Asoka vengono quelli, in parte diversi, individuati nelle iscrizioni delle “grotte” di Nana Ghat e di Nasik, e in iscrizioni di vario genere commissionate dai sovrani. Il materiale usato, le lingue e gli stili danno origine a cifre molto diversificate. L’elemento costante, insieme alla base 10, è che ognuna delle 9 unità e delle 9 decine ha un suo segno specifico; i numeri si formano giustapponendo i simboli occorrenti. Per le centinaia e le migliaia si adotta invece il principio moltiplicativo, usando il segno dell’unità affiancato dal simbolo del 100 o del 1000. Il numero viene scritto come facciamo noi, con i valori più alti a sinistra e quelli più bassi a destra. La lettura del numero, invece, procede da destra verso sinistra. Il numero 3968 viene letto “otto sessanta novecento tremila”, oppure “otto sei nove tre”. Quest’ultima forma di lettura del numero, ormai