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90 | iv. i greci |
Gli Elementi non sono la “summa” della scienza matematica del tempo in cui sono redatti (300 a.C.) e neanche una storia della matematica. Certamente essi contengono il meglio di molti autori, presentato in maniera graduata. Questi libri possono invece essere correttamente intesi come una introduzione sistematica alla teoria dei numeri (interi positivi), alla geometria e all’algebra geometrica.
Nel corso di duemila anni molte cose sono state rivedute o definite in modo più rigoroso. Sono comparse anche le geometrie “non euclidee”. Famoso è il Commento agli Elementi di Euclide a cura del matematico N. Tartaglia.
ARCHIMEDE. Plutarco sostiene che “in tutta la geometria non è dato incontrare argomenti più difficili e profondi di quelli affrontati da Archimede, espressi in termini più semplici e puri” (12a); egli giunge “al punto di scordarsi persino di mangiare” (12a) o di fare il bagno: i servi devono trascinarvelo, e allora lui si mette a disegnare figure geometriche sulla cenere della stufa; quando poi il suo corpo è spalmato d’olio, le figure se le traccia addosso con il dito.
Archimede si occupa del cerchio, dei poligoni in- Quadratura del cerchio mediante spirale.