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porzioni idrogeno ed ossigeno, esplodeva istantaneamente, e quantunque assai maligna, non danneggiava sensibilmente le bocche da fuoco.

- Ebbene! mi sembra, rispose J. T. Maston, che non dobbiamo esitare, e che la nostra scelta è fatta.

- A meno che non preferiate la polvere d’oro, replicò il maggiore ridendo, ciò che gli meritò un gesto minaccioso dell’uncino del suo suscettibile amico.

Fino allora Barbicane erasi tenuto estraneo alla discussione. Lasciava parlare ed ascoltava. Al certo aveva un’idea sua, per cui si accontentò di dire semplicemente:

«Ora, amici miei, quale quantità di polvere proponete?

I tre membri del Gun-Club si guardarono l’un l’altro per un istante.

«Dugentomila libbre, disse infine Morgan.

- Cinquecentomila replicò il maggiore.

- Ottocentomila libbre, esclamò J. T. Maston.

Questa volta Elphiston non osò accusare il suo collega di esagerazione. Infatti si trattava di mandare fino alla Luna un proiettile del peso di ventimila libbre e di dargli una forza iniziale di dodicimila iardi al minuto secondo. Un momento di silenzio seguì la triplice proposta fatta dai tre colleghi.

Infine fu rotto dal presidente Barbicane.

«Miei coraggiosi camerata, diss’egli con voce tranquilla, io parto dal principio che la resistenza del nostro cannone costrutto colle volute condi -