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214 | giulio verne |
assorbito; 2.° distruggere l’acido carbonico espirato. Nulla di più facile col mezzo del clorato di potassa e della potassa caustica.
Il clorato di potassa è un sale che si presenta sotto la forma di pagliuzze bianche; portato ad una temperatura superiore a quattrocento gradi, si trasforma in cloruro di potassio, e l’ossigeno che contiene si sviluppa interamente. Ora, diciotto libbre di clorato di potassa danno sette libbre d’ossigeno, cioè la quantità necessaria al viaggiatore per ventiquattro ore. Ecco la maniera di riprodurre l’ossigeno.
Quanto alla potassa caustica, è una materia avidissima dell’acido carbonico misto all’aria, e basta agitarla perché se ne separi e formi il bicarbonato di potassa. Ecco il modo di assorbire l’acido carbonico.
Combinando questi due mezzi, si è certi di rendere all’aria viziata tutte le sue qualità vivificanti. Ciò è quanto avevano esperimentato con buon esito i due chimici Reiset e Regnault.
Ma, bisogna dirlo, l’esperienza aveva avuto luogo fino ad allora in anima vili. Qualunque si fosse la sua precisione scientifica, ignoravasi assolutamente come avrebbe potuto soffrirla l’uomo.
Tale fu l’osservazione fatta alla seduta in cui si trattò questo grave argomento. Michele Ardan non voleva mettere in dubbio la possibilità di vivere col mezzo dell’aria artificiale, e si offerse di farne il tentativo prima della partenza.
Ma l’onore della prova fu reclamato energicamente da J. T. Maston.