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206 | giulio verne |
basso, con tanto sussiego come se fosse nella navicella di un pallone, più presto al certo, ma senza abbandonarsi ad una sequela di salti disdicevoli.
Nuovi piani furono quindi mandati alle case Breadwill e Comp. d’Albania, colla raccomandazione d’eseguirli senza ritardo. Il proiettile, così modificato, venne fuso il 2 novembre e spedito immediatamente a Stone’s-Hill colla strada ferrata dell’Est.
Il 10 arrivò senza ostacoli alla sua destinazione. Michele Ardan, Barbicane e Nicholl aspettavano colla più viva impazienza « il wagon proiettile » nel quale dovevano prender posto per volare alla scoperta del nuovo mondo.
Bisogna convenirne; era un magnifico masso di metallo, un prodotto metallurgico che faceva il maggior onore al genio industrioso degli Americani.
Per la prima volta erasi ottenuto l’alluminio in grandi proporzioni, il qual risultato, a giusto titolo, poteva essere ritenuto come prodigioso. Questo preziosissimo proiettile scintillava ai raggi del sole. A vederlo colle sue forme imponenti e ricoperto del conico cappello, facilmente sarebbesi potuto scambiarlo per una di quelle grosse torricelle, a mo’ di pepaiuole, che gli architetti dell’età di mezzo sospendevano agli angoli dei forti. Non gli mancavano che le feritoie ed una banderuola.
« Mi aspetto, esclamava Michele Ardan, di vederne uscire un armigero collo scudo ed il corsaletto d’acciaio! Noi ci staremo come feudatarî, e, con un poco d’artiglieria, si potrebbe re-