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204 | giulio verne |
Senza perdere un istante, alcune barche si diressero verso il luogo della caduta; lesti palombari precipitaronsi ne’ flutti ed attaccarono delle corde alle orecchiette della bomba, che tosto fu tirata a bordo.
Non erano scorsi cinque minuti fra il momento in cui gli animali erano stati rinchiusi e quello nel quale si svitò il coperchio della loro prigione.
Ardan, Barbicane, Maston, Nicholl erano sopra una barca ed assistettero all’operazione con un sentimento di sollecitudine facile a comprendersi. Non appena fu aperta la bomba, il gatto si slanciò fuori, un poco arruffato ma pieno di vita, e senza lasciar vedere che ritornasse da una spedizione aerea. Ma lo scoiattolo non c’era più. Si cercò. Nessuna traccia. Allora fu giocoforza riconoscere la verità. Il gatto aveva mangiato il suo compagno di viaggio.
J. T. Maston, arrabbiatissimo per la perdita del suo povero scoiattolo, si propose d’inscriverlo nel martirologio della scienza.
Comunque sia, dopo questa esperienza, tutte le esitanze, tutti i timori scomparvero: d’altra parte i piani di Barbicane dovevano perfezionar ancora il proiettile e ridurre quasi nulli gli effetti della scossa. E poi altro non rimaneva che partire.
Due giorni appresso, Michele Ardan ricevette un messaggio del presidente dell’Unione, onore che molto gli accarezzò l’amor proprio.
Ad esempio del suo cavalleresco compatriota, il marchese di Lafayette, il governo gli decretava il titolo di cittadino degli Stati Uniti d’America.