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200 | giulio verne |
sfuggire ad alcuna delle noie inerenti alla qualità d’uomo celebre. Gli appaltatori di trionfi vollero esporlo a pubblica mostra. Barnum gli offerse un milione per condurlo seco di città in città in tutti gli Stati Uniti e farlo vedere come un animale curioso. Michele Ardan lo trattò da stolido e lo mandò a quel bel paese.
Tuttavia, se rifiutò di soddisfare così la curiosità pubblica, i suoi ritratti almeno percorsero il mondo intero ed occuparono il posto d’onore negli album. Lo si riprodusse in tutte le dimensioni dalla grandezza naturale fino alle riduzioni microscopiche delle marche da bollo. Ognuno poteva possedere l’eroe in tutte le pose immaginabili; la testa, il busto, in piedi, di faccia, di profilo, di tre quarti, di schiena. Se ne tirarono più di un milione e cinquantamila esemplari; e però egli aveva una bella occasione di esitare le proprie reliquie, ma non ne volle approfittare. Se avesse venduto i suoi capelli soltanto un dollaro l’uno, gliene rimaneva abbastanza per far fortuna!
A dirla chiara, questa popolarità non gli spiaceva. Tutt’altro. Egli si metteva a disposizione del pubblico e corrispondeva coll’universo intero. Ripetevansi i suoi motti, si propagavano specialmente quelli che non erano usciti dalla sua bocca. Secondo l’abitudine, se glie ne affibbiava, chè in vero da questo lato era molto ricco.
Non soltanto ebbe dalla sua gli uomini, ma anche le donne. Quale infinito numero di bei matrimoni avrebbe fatti, per poco che gli fosse saltato il ticchio di accasarsi. Le vecchie mistress