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186 | giulio verne |
«Apri! si gridava. Ma in nome del cielo, apri dunque!»
Ardan non aveva alcun motivo per annuire ad una domanda fatta con sì poca grazia. Tuttavia si alzò ed aprì l’uscio, nel momento in cui questo stava per cedere agli sforzi del visitatore ostinato.
Il segretario del Gun-Club fece irruzione nella camera. Una bomba non sarebbe entrata con minori cerimonie.
«Ieri sera, esclamò J. T. Maston ex abrupto, il nostro presidente è stato insultato in pubblico durante il meeting! Egli ha provocato il suo avversario, il quale non è altri che il capitano Nicholl! Si battono questa mattina nel bosco di Skersnaw! So tutto dalla bocca dello stesso Barbicane! Se egli vien ucciso, tutti i nostri piani se ne vanno in fumo! Bisogna dunque impedire il duello! Ora, un solo uomo al mondo può avere bastante impero sopra Barbicane per arrestarlo, e quest’uomo è Michele Ardan!»
Mentre J. T. Maston così parlava, Michele Ardan, rinunziando ad interromperlo, erasi precipitato nei suoi larghi calzoni, ed in meno di due minuti i nostri amici giungevano a tutta corsa al suburbio di Tampa-Town.
Si fu durante questa rapida corsa che Maston mise Ardan al corrente della situazione. E’ gli apprese le vere cause della inimicizia di Barbicane e di Nicholl, come questa nimicizia fosse di vecchia data, perchè fino allora, grazie ad amici comuni, il presidente ed il capitano non si erano mai incontrati faccia a faccia: aggiunse che si trat-