Pagina:Dalla Terra alla Luna.djvu/183


dalla terra alla luna 183

riparò all’albergo Franklin, salì in tutta fretta alla propria camera e guizzò rapidamente sotto le coltri, mentre un esercito di centomila uomini vegliava sotto le sue finestre.

Intanto una scena breve, grave, decisiva, aveva luogo fra il personaggio misterioso ed il presidente del Gun-Club.

Barbicane, libero alla fine, era andato dritto incontro al suo avversario.

« Venite! » dissegli con voce spiccata.

Questi lo seguì, e tosto ambidue trovaronsi soli all’entrata di un wharf aperto sul Jone’s-Fall.

Quivi giunti, i due nemici, ancora sconosciuti l’uno all’altro, si guardarono.

« Chi siete voi? domandò Barbicane.

— Il capitano Nicholl.

— Lo sospettava. Fino ad ora il caso non vi aveva mai posto attraverso il mio cammino.

— Sono venuto a mettermici!

— Voi mi avete insultato!

— Pubblicamente.

— E mi renderete ragione di questo insulto.

— Sul momento.

— No. Desidero che tutto avvenga segretamente fra di noi. C’è un bosco situato a tre miglia da Tampa, il bosco di Shersnaw. Lo conoscete?

— Lo conosco.

— Vi degnerete di entrarvi domattina, alle cinque, da una parte?

— Sì, se alla stess’ora voi entrerete dall’altra.

— E non dimenticherete la vostra carabina? disse Barbicane.