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152 | giulio verne |
Breadvill e compagni, pregandola di sospendere sino a nuovo ordine la fusione del proiettile.
Ora, descrivere la commozione che invase tutta l’America; in qual modo l’effetto della comunicazione Barbicane fu superato dieci volte; ciò che dissero i giornali dell’Unione; il modo con cui accettarono la notizia e su qual metro cantarono l’arrivo di questo eroe del vecchio continente; dipingere l’agitazione febbrile nella quale visse ognuno, contando le ore, contando i minuti, i secondi; dare un’idea, anche lontana, di questo faticoso assedio di tutti i cervelli dominati da un solo pensiero; mostrare le diverse bisogne che lasciavano il passo ad una sola preoccupazione; i lavori ed il commercio sospesi; le navi già pronte a partire che se ne stavano ancorate nel porto, per non lasciar isfuggire inosservato l’arrivo dell’Atlanta; i convogli che arrivavano pieni e ritornavano vuoti, la baia Espiritu-Santo continuamente solcata dai vapori; i pachebotti, i yachts per diporto, i fly-boats di tutte le dimensioni; enumerare le migliaia di curiosi che quadruplicarono in quindici giorni la popolazione di Tampa-Town e dovettero accampare sotto le tende come un esercito in campagna, è un compito al disopra delle forze umane, che non si potrebbe intraprendere senza temerità.
Il 20 ottobre, alle nove del mattino, i semafori del canale di Bahama videro un denso fumo all’orizzonte. Due ore più tardi un gran vapore scambiava con essi de’ segni di riconoscimento. Tosto il nome dell’Atlanta fu spedito a Tampa-Town.