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turale, praticabile, una semplice prova di balistica. Ma che un essere ragionevole si offrisse di pigliar posto nel proiettile, di tentare questo viaggio inverosimile, era un pensiero da vaneggiatore, uno scherzo, in una parola una mistificazione!

Le piacevolezze, i sarcasmi durarono fino alla sera senza interruzione, e si può affermare che tutta l’Unione fu presa da una gran voglia di ridere; ciò che non è cosa solita in un paese in cui le imprese impossibili trovano spesso dei panegiristi, degli addetti, dei partigiani.

Però, la proposta di Michele Ardan, come tutte le idee nuove, non lasciava di tormentare certe teste. Era cosa che perturbava il corso delle solite emozioni. A ciò non s’era pensato. Questo incidente divenne in breve un peso insopportabile per la sua stessa stranezza. Ci si rifletteva. Quante cose negate un giorno furono riconosciute realtà all’indomani! Perchè tale viaggio non lo si potrebbe compiere un giorno o l’altro? Ma, in ogni modo, l’uomo che voleva arrischiarsi così doveva essere pazzo, e in sostenza, poichè il suo piano non poteva essere preso sul serio, egli avrebbe fatto assai meglio di tacere, invece di disturbare tutto un popolo colle sue ridicole spacconate.

In primo luogo, esisteva realmente questo personaggio? Domanda seriissima! Il nome di Michele Ardan non era sconosciuto in America. Apparteneva ad un europeo molto in fama per le sue audaci imprese. Inoltre, quel telegramma lanciato attraverso le profondità dell’atlantico, l’in-