Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
dalla terra alla luna | 143 |
Ma allorchè la Columbiad fu perfettamente terminata, le porte non potevano essere mantenute chiuse; del resto sarebbe stata una mala grazia il chiudere le porte, peggio anzi, sarebbe stata imprudenza il frustrare le speranze del pubblico. Barbicane aperse quindi il recinto a tutti; però consigliato dalla sua mente pratica, risolse di trar profitto dalla curiosità pubblica.
Era molto il contemplare l’immensa Columbiad, ma scendere nelle sue profondità, ecco ciò che pareva agli Americani il nec plus ultra della felicità in questo mondo. Per ciò non vi fu un solo curioso che non volesse darsi il piacere di visitare internamente quell’abisso di metallo. Alcuni apparecchi sospesi ad un verricello a vapore permisero agli spettatori di soddisfare la loro curiosità, e fu una ressa da non dire. Donne, fanciulli, vecchi, tutti si ascrissero a dovere di penetrare fin nel fondo dell’anima i misteri del cannone gigantesco. Il prezzo della discesa fu stabilito in cinque dollari ogni persona, e, a dispetto della sua altezza, durante i due mesi che precedettero l’esperienza, l’affluenza dei visitatori permise al Gun-Club d’incassare quasi cinquecentomila dollari.
È inutile il dire che i primi visitatori della Columbiad furono giustamente i membri del Gun-Club, vantaggio riserbato alla illustre assemblea. La solennità ebbe luogo il 25 settembre. Una cassa d’onore calò il presidente Barbicane, J. T. Maston, il maggior Elphiston, il generale Morgan, il colonnello Blomsberry, l’ingegnere Murchison ed altri membri chiarissimi del celebre Club. Una decina in