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142 | giulio verne |
sarebbe accompagnato. Il Texas ci perdeva un vasto centro di commercio, ferrovie ed un accrescimento considerevole di popolazione. Tutti questi vantaggi andavano a favore di quella miserabile penisola floridiana, gettata come un palizzato tra i fiotti del golfo e le onde dell’Oceano Atlantico. Per tal motivo Barbicane dividevasi col generale Sant’Anna tutte le antipatie Texane.
Tuttavia, sebbene abbandonata alla sua furia di commercio ed alla foga industriale, la nuova popolazione di Tampa-Town si guardò bene dal trascurare le interessanti operazioni del Gun-Club. Tutt’altro. I menomi particolari dell’impresa, il menomo colpo di zappa, le stavano a cuore. Fu un viavai incessante tra la città e Stone’s-Hill, una processione, o meglio ancora, un pellegrinaggio.
Potevasi prevedere che nel giorno dell’esperienza si avrebbero milioni di spettatori, perchè venivano già da tutti i punti della terra ad accumularsi sulla stretta penisola. L’Europa emigrava in America.
Ma fino allora, bisogna dirlo, la curiosità di quei numerosi visitatori non era stata gran che soddisfatta. Molti contavano sullo spettacolo della fusione e non ebbero che i fumi. Era troppo poco per occhi avidi; ma Barbicane non volle ammettere nessuno a quell’operazione. Ne nacquero borbottamenti, malcontenti, mormorii, e si biasimò il presidente, e lo si tacciò di assolutismo; il suo procedere fu dichiarato «poco americano». Intorno alle palizzate di Stone’s-Hill vi fu quasi una sommossa. Barbicane, come è noto, rimase irremovibile nella sua decisione.