Pagina:Dalla Terra alla Luna.djvu/131


dalla terra alla luna 131

uscì dalle acque di Nuova-York, prese la via dell’Oceano, costeggiò il territorio americano, imboccò il canale di Bahama, girò la punta della Florida, e, il 10 dello stesso mese, risalendo la baia Espiritu-Santo, venne ad ancorare le sue avarìe nel porto di Tampa-Town. Quivi le navi furono scaricate nei carrozzoni del rail-road di Stone’s-Hill, e, verso la metà di gennaio, l’enorme massa di metallo era già a destinazione.

Di leggieri comprendesi che mille e duecento forni non erano troppi per liquefare nello stesso tempo le sessantamila tonnellate di ferro fuso. Ciascuno di questi forni poteva contenere quasi quattordici mila libbre di metallo. Si erano stabiliti sul modello di quelli che servirono alla fusione del cannone Rodman; avevano forma trapezoidale ed erano assai tozzi. L’apparecchio di riscaldamento ed il camino stavano alle due estremità del fornello, in modo che questo era ugualmente riscaldato in tutta la sua estensione. Questi forni, costrutti con mattoni refrattari, componevansi unicamente d’una parte per bruciare il carbon fossile e di un suolo sul quale dovevano essere disposte le barre di ferro fuso; questo suolo, inclinato sotto un angolo di venticinque gradi, permetteva al metallo di scorrere nei bacini sottoposti; d’onde, per certi canaletti convergenti, dirigevasi verso il pozzo centrale.

L’indomani del giorno in cui i lavori di muratura e di scavo furono compiuti, Barbicane fece procedere alla preparazione della forma interna; si trattava d’innalzare al centro del pozzo, e seguendo il suo asse, un cilindro alto novecento piedi