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dalla terra alla luna | 13 |
Quella sera uno straniero che si fosse trovato a Baltimora non avrebbe ottenuto, neppure a prezzo d’oro, di aver accesso nella sala maggiore; questa era esclusivamente riservata ai membri residenti in luogo o corrispondenti; nessun altro poteva pigliarvi posto, e le persone più importanti della città, i magistrati del consiglio dei Selectmen1 avevano dovuto frammischiarsi alla folla de’ loro amministrati per pigliare al volo le notizie dell’interno.
Intanto l’immensa «hall» offriva agli sguardi un curioso spettacolo. Il vasto locale era maravigliosamente adatto alla sua destinazione. Alte colonne formate di cannoni sovrapposti, ai quali servivano di base grossi mortai, sostenevano le esili armature della volta, veri merletti di ferro fuso. Panoplie di spingarde, di tromboni, d’archibugi, di carabine, d’ogni arma da fuoco antica e moderna, si distendevano sui muri, intrecciandosi fra loro in modo pittoresco. Divampava il gas da un migliaio di revolvers raggruppati a lumiere, e girandole di pistole e di candelabri a foggia di fucili riuniti in fasci compivano la splendida illuminazione. I modelli di cannoni, i saggi di bronzi, i bersagli crivellati, le corazze spezzate dai proiettili del Gun-Club, le varietà di ricalcatoi, di scovoli, rosari di bombe, collane di proiettili, ghirlande di obici, in una parola tutti gli attrezzi dell’artigliere, sorprendevano l’occhio colla loro meravigliosa disposizione, e lasciavano pensare che la loro vera destinazione fosse più decorativa che micidiale.
- ↑ Amministratori della città eletti dalla popolazione