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non è più necessario di puntellare il terreno; il muro lo contiene con forza invincibile e scende da sè per il proprio peso.

Tale manovra non doveva aver principio che nel momento in cui la zappa avrebbe toccata la parte solida del suolo.

Il 4 novembre, cinquanta operai scavarono nel centro medesimo del recinto palizzato, cioè alla parte superiore del Stone’s-Hill, un buco circolare largo sessanta piedi.

La zappa incontrò prima una specie di terriccio nero, alto sei pollici, del quale presto si sbarazzò. Al terriccio tennero dietro due piedi di una sabbia fina, che fu diligentemente ritirata, perchè doveva servire alla formazione della forma interna.

Dopo la sabbia apparve un’argilla bianca piuttosto compatta, simile alla marna d’Inghilterra, e disposta a strati, per un’altezza di quattro piedi.

Poi il ferro de’ picconi scintillò sullo strato duro del suolo, una specie di roccia formata da conchiglie pietrificate, molto asciutta, molto solida, e che gli utensili più non dovevano abbandonare. A tal punto il buco offriva la profondità di sei piedi e mezzo, ed i lavori di murature cominciarono.

Nel fondo di questa scavazione si costruì una ruota di legno di quercia, specie di disco fortemente inchiavardato e di una solidità a tutta prova; esso aveva al centro un buco di un diametro eguale al diametro esterno della Columbiad. Fu sopra questa ruota che posarono le prime opere di muratura, il cui cemento idraulico incatenava le pietre con inflessibile tenacità. Gli operai, dopo aver