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114 | giulio verne |
del mattino, il sole già risplendeva ed il termometro segnava 84°1, ma una fresca brezza di mare moderava questa eccessiva temperatura.
Barbicane, lasciando Tampa-Town, scese verso il Sud, e seguì la costa in modo da giungere i creek2 d’Alifia. Questo piccolo fiume si getta nella baja Hillisboro, a dodici miglia al disotto di Tampa-Town. Barbicane e la sua scorta costeggiarono la riva destra risalendo verso l’Oriente. In breve i flutti della baia scomparvero dietro un rialzo del terreno, e la campagna floridana si offerse sola agli sguardi.
La Florida dividesi in due parti: l’una al Nord, più popolosa, meno abbandonata, ha Tallahassee per capitale e Pensacola, uno tra i principali arsenali marittimi degli Stati Uniti; l’altra, compresa fra l’Atlantico e il golfo del Messico, che la serrano nelle loro acque, non è che una stretta penisola rôsa dalla corrente del Gulf-Stream, punta di terra perduta in mezzo a un piccolo arcipelago, e sempre visitata dalle numerose navi del canale di Bahama. È la sentinella avanzata del golfo delle grandi tempeste. La superficie di questo stato è di trentotto milioni trentatremila e dugentosessantasette acri3, fra i quali bisognava sceglierne uno situato al di qua del ventottesimo parallelo e conveniente all’impresa; e però Barbicane, cavalcando, esaminava attentamente la con-