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106 | giulio verne |
in mezzo a’ suoi disturbi finanziarî. La sua parte si elevò nella contribuzione pubblica alla somma di dugentosedicimila fiorini1, che furono i benvenuti.
Cinquantaduemila risdalleri2 furono la somma data dalla Svezia e dalla Norvegia. La cifra era considerevole relativamente al paese, ma sarebbe stata certamente maggiore, se la sottoscrizione avesse avuto luogo a Cristiania ed a Stoccolma nello stesso tempo. Per una ragione o per un’altra i Norvegi non mandano volontieri il loro denaro in Isvezia.
La Prussia, con un invio di duecentocinquantamila talleri3 diè prova di approvare l’impresa. I suoi diversi Osservatorî contribuirono premurosamente per una somma importante, e furono tra i più ardenti ad incoraggiare il presidente Barbicane.
La Turchia si comportò da generosa, ma essa era personalmente interessata nell’affare. La Luna infatti regola il corso de’ suoi anni ed il suo digiuno del Ramadan. Ella non poteva far a meno di dare un milione trecento settantaduemila e seicentoquaranta piastre4, e le diede con un ardore che rivelava però una certa pressione fatta dal governo della Porta.
Il Belgio si distinse fra tutti gli Stati di secondo ordine con un dono di cinquecentotredici mila franchi, circa dodici centesimi per abitante.