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le allegorie. 39


XXVIII. — umiltà.1

Dell’umiltà si vede somma sperienza nello agnello; il quale si sottomette a ogni animale, e, quando per cibo son dati alli Scarcerati leoni, a quelli si sottomettono, come alla propria madre, in modo che, spesse volte, s’è visto i leoni non li volere occidere.

XXIX. — superbia.2

Il falcone, per la sua alterigia e superbia, vole signoreggiare e sopraffare tutti li altri uccelli, che son di rapina, e sen’ desidera essere solo; e spesse volte s’è veduto il falcone assaltare l’aquila, regina delli uccelli.

XXX. — astinenza.3

Il salvatico asino, quando va alla fonte per bere e truova l’acqua intorbidata, non ara mai sì gran sete, che non s’astenga di bere, e aspetti ch’essa acqua si rischiari.

XXXI. — gola.4

Il voltore5 è tanto sottoposto alla gola, che andrebbe mille miglia per mangiare d’una carogna; e per questo seguita (li eserciti).

  1. Ivi, cap. XXXI, pag. 128: Della umiltà appropriata allo agnello.
  2. Ivi, cap. XXXII, pag. 133: Della superbia appropriata al falcone.
  3. Ivi, cap. XXXIII, pag. 137: Dell’astinenza appropriata all’asino salvatico.
  4. Ivi, cap. XXXIV, pag. 139: Della gola appropriata all’avvoltoio.
  5. l’avoltoio.