Pagina:Da Vinci - Frammenti letterari e filosofici.djvu/86

38 le allegorie.


stanti animali. E questo è l’ultimo vizio, elio si possa vincere.

XXIV. — constanza.1

Alla constanza s’assimiglia la fenice; la quale, intendendo per natura la sua rennovazione, è costante a sostener le cocenti fiamme, le quali la consumano, e poi di novo rinasce.

XXV. — inconstanza.2

Il rondone si mette per la inconstanza; il quale sempre sta in moto, per non sopportare alcuno minimo disagio.

XXVI. — temperanza.3

Il cammello è il piu lussurioso animale clie sia, e andrebbe mille miglia dirieto a una cammella, e, se usassi continuo con la madre o sorelle, mai le tocca, tanto si sa ben temperare.

XXVII. — intemperanza.4

L’alicorno overo unicorno, per la sua intemperanza a non sapersi vincere, per lo diletto die ha delle donzelle, dimentica la sua ferocità e salvatichezza; ponendo da canto ogni sospetto va alla sedente donzellas se le addormenta in grembo; e i cacciatori in tal modo lo pigliano.

  1. Ivi, cap. XXVII, pag. 115-116: Della constanzia appropriata alla fenice.
  2. Ivi, cap. XXVIII, pag. 117-118: Della incostanzia appropriata alla rondine.
  3. Ivi, cap. XXIX, pag. 120-121: Della temperanza appropriata al cammello.
  4. Ivi, cap. XXX, pag. 125: Della intemperanza appropriata al liocorno.